'A Mmaculata

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Sunto e immagini tratto dal libro
L'Immacolata
del
Sac. Alfonso Punzo, 

per sua gentile concessione.

Il culto dell'Immacolata Concezione risale per i Torresi al 500, quando già la Cappella principale della navata di destra della Basilica di S. Croce era dedicata alla Vergine: la sua immagine, infatti, splendeva nell'Altare della Cappella, che ospitava inoltre delle nicchie con otto statue di legno ove erano riposte le reliquie dei Santi patroni di Torre.

                   
      L'Immacolata Concezione patrono di Torre

Le statue venivano portate in processione per la città il 3 maggio di ogni anno, in occasione, appunto della Festa dei Corpi Santi. In seguito all'eruzione del Vesuvio del 1794 la Chiesa di S. Croce fu ricostruita ed il Beato Vincenzo Romano volle che l'Immacolata rimanesse nella sua collocazione originaria risalente al 500.
Nel 1849 Papa Pio IX, in occasione della festa dell'esaltazione di S. Croce, entrò benedicente in Chiesa, e lasciò in dono all'Immacolata due pianete uguali di seta celeste, impreziosite da ricami in oro: una lapide posta in fondo alla Chiesa nel 1920 testimonia l'evento.


                  
                Corona offerta da popolo torrese

Oggi le pianete sono esposte nella sala museo di S. Croce, nei colori liturgici verde e viola. L'8 Dicembre del 1861 una terribile eruzione vesuviana, seguita da un violento terremoto, sconvolse Torre del Greco. Si trattò di un'eruzione disastrosa e rovinosa, per cui la città venne fortemente danneggiata. Gli storici raccontano che i torresi si rivolsero all'Immacolata facendole voto di portare la sua immagine in processione su un carro trionfale. I testimoni sono concordi nel dire, che la lava si arrestò prodigiosamente. Al di là di qualsiasi possibile spiegazione scientifica di tale fenomeno, i torresi attribuirono all'intervento della Madonna l'arresto della lava, per cui l'anno seguente, 1862, solennemente sciolsero il voto. Alla processione partecipò l'intera città. Oltre alle testimonianze degli storici di cui Francesco Balzano e il napoletano filoborbonico Giacinto De Sito, ricordiamo il racconto dei fratelli torresi Giuseppe e Francesco Castaldi, i quali, nella loro "Storia di Torre del Greco" narrarono della terribile eruzione da testimoni oculari.



       La statua intera come appare in S. Croce

L'eruzione e i terremoti terminarono del tutto il 31 dicembre di quell'anno, e così i torresi poterono rimpatriare ed iniziare la ricostruzione della città, quasi completamente diroccata. Quella festa fu grandiosa, come testimonia la rivista dell'epoca "La scienza e la fede": la chiesa principale restaurata fu ornata da arredi preziosissimi; l'immagine dell'Immacolata, collocata per la prima volta, sul carro trionfale, fu rivestita con una ricchissima veste nuova, ricamata in oro a gran rilievo, nei colori rosso e bianco, dono di tutto il popolo era splendida, la chiesa affollatissima. Ai balconi e alle finestre di tutte le case erano appesi drappi di seta e le strade erano cosparse di fiori. Il carro uscì dalla Chiesa alle 11,00 quando, l'anno prima, si avvertì la prima scossa di terremoto, e rientrò alle 2,00 del pomeriggio, quando la terra si aprì a vomitare lava di fuoco e bitume. In quell'anno venne costruito un monumento a Capotorre a ricordo dell'eruzione.


              Primo Carro dell'Immacolata 1862

Nel 1904, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione, il Balzano fece erigere un monumento alla Vergine su quella parte di Torre dove la lava si arrestò. Nel 1954 in occasione del centenario della promulgazione del dogma dell'Immacolata venne proclamato l'anno mariano e fu lanciata l'iniziativa di incoronare l'antica statua della Madonna.                
Come era facile immaginare il popolo torrese accolse con gioia la proposta e partecipò entusiasta alla donazione dei propri oggetti d'oro che vennero utilizzati per la realizzazione della corona.. Anche se in alcuni casi erano gli unici oggetti d'oro posseduti i fedeli furono ben felici di vederli risplendere sul capo della Vergine. Il 23 giugno di quell'anno il Cardinale Marcello Mimmi, Arcivescovo di Napoli, incoronava solennemente la prodigiosa immagine dell'Immacolata in Piazza S. Croce, tra una marea di popolo esultante. L'ultima data da ricordare, il 1961, centenario della storica eruzione. L'8 dicembre di quell'anno il Comune di Torre del Greco offrì in dono all'Immacolata un calice d'argento dorato con coralli; nello stesso giorno venne posta una lapide sulla facciata della sagrestia di S. Croce, a ricordo del centenario dell'eruzione.


            Lo sciame di folla a Piazza S. Croce

Il carro dedicato all'Immacolata fu costruito per la prima volta a Torre del Greco nel 1862, ma già esisteva in altri paesi prima d'allora, come a Napoli dove veniva costruito il carro detto di Battaglino, o in Sicilia, dove vi era il carro della Zita. Attualmente la realizzazione del carro passa attraverso varie fasi: la prima è il progetto grafico, affidato ad un artista locale sulla base di un tema diverso ogni anno. Inizia poi la vera e propria costruzione, che parte dal basamento di legno e dalle decorazioni in cartapesta ed altro materiale, questa lavorazione si svolge in un apposito laboratorio artigianale.                             
L'ultima fase inizia quindici giorni prima della festa nella Basilica di S. Croce, proprio in prossimità della Cappella dell'Immacolata. Qui si lavora alla struttura portante formata da lunghi pali che servono a sorreggere il castelletto con lo "scivolo" su cui si poggerà la statua della Madonna. Il carro, di imponenti dimensioni, è lungo 10 metri, largo 2,80 metri e alto 6 metri. Il giorno 6 dicembre, in tarda serata, la statua viene posizionata sul carro che, il giorno successivo, è trasportato da numerosi volontari dalla navata di destra a quella centrale della Chiesa. Il giorno 8, alle ore 4,30 del mattino, inizia la prima messa, e nonostante l'orario la Basilica è già gremita di popolo. Il carro esce dalla Chiesa alle 11,00 ora nella quale fu avvertita la prima scossa nel 1861. Esso è sostenuto da circa 150 uomini in camice bianco tra gli applausi della folla che invade la piazza e il volo dei colombi appositamente lanciati dal carro. Il carro è preceduto dalla banda musicale, dalla Arciconfraternita del SS. Sacramento e dal Preposito curato con alcuni sacerdoti e seguito dal sindaco e dalle autorità comunali con il gonfalone della città. Seguono dei piccoli carri, costruiti dai fedeli e portati sulle loro spalle. L'Immacolata attraversa la città, tra due ali di folla festosa, tra una pioggia di bigliettini inneggianti e petali di fiori, e i balconi sono tradizionalmente rivestiti di coperte di damasco, seta e merletti. Il carro rientra in Chiesa alle 14,00, ora in cui come già detto, nel 1861 la terra si aprì a vomitare lava di fuoco, e resta esposto in chiesa per 8 giorni. Precedono la solennità dell'Immacolata i dodici sabati e la solenne novena, ed inoltre la domenica che precede la festa vi è da parte delle autorità locali e del popolo l'omaggio floreale alla Madonna.